Preventing and Remedying Wrongdoings in the Art Market: Which Legal Tools?

di    Eliana  Romanelli,  Dottoranda  in  Diritto  penale ; Funzionario amministrativo presso il Ministero della Cultura

 

 

 

Il 6 luglio 2023, nella splendida cornice di Palazzo Visconti a Milano, si è tenuta la seconda conferenza organizzata dalla UNESCO Chair in Business Integrity and Crime Prevention in Art and Antiquities Market – attivata nel 2022 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e presieduta dal Prof. Stefano Manacorda, tra i cui partner figurano l’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites), l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con l’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale (CNPDS) e l’International Scientific and Professional Advisory Council of the United Nations Crime Prevention and Criminal Justice Programme (ISPAC).

 

La conferenza, dal titolo “Preventing and Remedying Wrongdoings in the Art Market: Which Legal Tools?”, ha rappresentato un momento di confronto tra autorevoli operatori del mercato dell’arte e accademici esperti del settore sui temi della ‘business integrity’ e delle misure di ‘compliance’ che possono essere adottate e implementate in ottica di prevenzione di condotte illecite, di gestione del rischio e di contrasto dei crimini nel mondo dell’arte.

 

Il pomeriggio si è aperto con i saluti di Krista Pikkat (UNESCO Director of the Culture and Emergencies Entity Secretary of the 1970 UNESCO Convention), la quale ha ricordato l’impegno dell’UNESCO nella salvaguardia del patrimonio culturale e ha evidenziato come, in un mondo sempre più globalizzato e digitale, il contrasto al fenomeno del traffico illecito di beni culturali e oggetti d’arte sia divenuto uno dei principali obiettivi degli organismi internazionali (così, ad esempio, è riportato nell’Agenda 2030 dell’ONU) e oggetto di periodici momenti di formazione e workshop finalizzati a responsabilizzare gli operatori del settore.

 

Nel 2022 la UNESCO World Conference on Cultural Policies and Sustainable Development – MONDIACULT 2022 si è conclusa con l’adozione unanime di una Dichiarazione che ha invitato gli Stati a rafforzare e rendere maggiormente effettiva la cooperazione internazionale e ha promosso un più incisivo e proficuo intervento degli operatori del mercato dell’arte, in particolare per ciò che concerne l’implementazione di ‘buone pratiche’ di ‘due diligence’ e ‘provenance research’ e il rispetto di principi etici nell’acquisizione di beni culturali (rafforzando le misure già previste nell’International Code of Ethics for Dealers in Cultural Property, elaborato nel 1999 dall’UNESCO e allo stato oggetto di revisione con la collaborazione dei principali stakeholders).

 

Stefano Manacorda (Professore ordinario di Diritto penale, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), il quale ha presieduto e coordinato i lavori, ha evidenziato, nella relazione di apertura, come si stia registrando, su più fronti, un mutamento di approccio al tema della protezione del patrimonio culturale, tradizionalmente caratterizzato da un’accentuata ‘marginalizzazione del diritto penale’.

 

In considerazione delle caratteristiche criminologiche degli illeciti nel settore e del crescente timore di un coinvolgimento di gruppi criminali organizzati e terroristici nel traffico illecito internazionale di beni culturali e oggetti d’arte (come sottolineato di recente nel report Money Laundering and Terrorist Financing in the Art and Antiquities Market, elaborato nel 2023 dalla Financial Action Task Force, e nell’EU Action Plan against trafficking in cultural goods del 13 dicembre 2022, nonostante autorevole dottrina sottolinei come non vi siano, a oggi, chiare evidenze empiriche circa tale connessione), il tema dovrebbe essere affrontato con le lenti del crimine economico e dovrebbe divenire centrale il momento preventivo, intervenendo direttamente nella regolamentazione delle condotte degli operatori di mercato (soprattutto ove abbiano una dimensione organizzativa e di impresa), mediante l’adozione di strumenti di soft law e di ‘voluntary corporate compliance’.

 

Su tale fronte è emblematico, ad esempio, l’intervento del legislatore italiano che, con la Legge 9 marzo 2022, n. 22, ha esteso la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti di cui al Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ad alcuni reati contro il patrimonio culturale, in linea con gli obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali.

 

Dall’esperienza italiana si è poi passati a illustrare la prospettiva dei professionisti operanti nel mercato dell’arte degli Stati Uniti, con riferimento alla quale l’Avvocato Leila Amineddoleh (Amineddoleh&Associates L.L.C., New York) ha sottolineato il ruolo fondamentale che possono svolgere nella risoluzione di controversie e casi giudiziari  le ricerche sulla provenienza, sull’autenticità e sulla corretta attribuzione delle opere, come pure le analisi forensi e scientifiche, l’opinione degli esperti (cd. ‘connoisseurship’) e soprattutto la corretta individuazione di ‘red flags’ nello svolgimento di verifiche di ‘due diligence’ sulle opere, sulla clientela e sulle transazioni.

 

Successivamente ha preso la parola Richard Aronowitz-Mercer (Global Head of Restitution presso Christie’s, Londra), il quale ha messo in rilievo l’importanza dell’attività svolta dalle case d’asta nella ricostruzione della storia, della provenienza e della titolarità dei beni, con particolare riguardo a quelli che sono stati oggetto di trafugamento durante il regime nazifascista (cd. ‘Nazi-looted art’), nell’ottica di avviare processi di restituzione e riparazione degli illeciti del passato mediante l’individuazione di quelle “just and fair solutions” raccomandate dai Principi della Conferenza di Washington del 1998.

 

La conferenza è proseguita con l’intervento di Rena Neville (Corinth Consulting Limited, Londra), la quale ha analizzato, con riferimento al mercato dell’arte, i principali nuclei tematici attorno a cui ruota la normativa adottata negli Stati Uniti e nel Regno Unito in materia di antiriciclaggio e anticorruzione. In particolare, è stato rilevato come, con riguardo alla disciplina di derivazione europea, i limiti più rilevanti della stessa siano legati all’assenza di una definizione unitaria di ‘opere d’arte’, che comporta una inevitabile disomogeneità applicativa tra i diversi Stati membri dell’Unione Europea, e alla previsione di obblighi solo in tema di ‘customer due diligence’ (cd. processo ‘Know Your Customer’ – KYC), non richiedendo la normativa in parola anche l’esercizio della cd. ‘property due diligence’.

 

L’intervento dell’Avvocato Giuseppe Calabi (CBM & Partners Studio Legale, Milano) si è concentrato sull’attuale contesto normativo italiano in tema di protezione del patrimonio culturale, storicamente caratterizzato da una forte tendenza alla regolamentazione, illustrando alcuni noti casi giudiziari per poi soffermarsi sulla descrizione di strumenti preventivi recentemente elaborati nell’ambito dell’iniziativa Responsible Art Market, aventi la finalità di agevolare le attività di ‘due diligence’ in tema di autenticità e provenienza delle opere.

 

La conferenza si è conclusa con l’intervento della Professoressa Gaetana Morgante (Ordinaria di Diritto Penale, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), la quale ha sintetizzato gli elementi caratterizzanti il fenomeno del traffico illecito dei beni culturali e delle opere d’arte, ricordando le difficoltà operative con le quali le autorità competenti si scontrano in sede di indagini e accertamento giudiziale. È stato, pertanto, salutato con favore il cambiamento di approccio, di carattere preminentemente socio-culturale, nella trattazione di tali tematiche, nell’ottica di perseguire maggiore trasparenza nelle relazioni e nelle transazioni (diffondendo il ricorso a pratiche di studio e analisi della provenienza dei beni e sviluppando processi cd. di ‘Know Your Good’ – KYG) e accrescere il livello di integrità, etica e legalità dell’intero sistema dell’arte.