I vent’anni del d.lgs. n. 231/2001

Il progetto di ricerca si colloca nel ventennale dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 231/2001 e si pone l’obiettivo di verificarne l’attuazione e l’effettività tramite un’indagine statistica ed empirica che affianca metodo data driven e metodo giuridico, aprendo così una nuova prospettiva alla riflessione scientifica che coinvolge istituzioni, stakeholder e accademia.

Grazie alla partnership istituzionale del Ministero della Giustizia e della Procura Generale presso la Suprema Corte di Cassazione è stato possibile acquisire i dati statistici sull’applicazione del d.lgs. n. 231/2001.

A questi dati di natura ‘quantitativa’ si affiancano altri dati di carattere ‘qualitativo’, che emergono dallo studio dei provvedimenti di merito raccolti presso alcuni Uffici giudiziari in tema di responsabilità da reato degli enti.

La partecipazione della Banca d’Italia consente di acquisire e di riflettere sui dati inerenti all’applicazione del modello di organizzazione e gestione all’interno dei gruppi bancari.

Assonime a Confindustria permettono alla ricerca di arricchirsi grazie a informazioni sulle prassi d’impresa in materia di compliance penalistica.

Aree tematiche

Il progetto di ricerca analizza i principali ambiti disciplinati dal d.lgs. n. 231/2001 ed il campo della compliance penalistica, articolandosi secondo macro-aree:

criteri di imputazione e struttura della responsabilità dell’ente

l’ascrizione dell’illecito all’ente, come vive nella giurisprudenza di legittimità e di merito, è indagata con particolare attenzione ai reati presupposto di natura colposa (fra tutti, reati ambientali e in materia di salute e sicurezza sul lavoro), i più ricorrenti nelle statistiche ministeriali e nei provvedimenti di merito. Emergono così talune prospettive de iure condendo in tema di colpa di organizzazione e di valutazione di idoneità preveniva del modello di organizzazione e gestione;

esercizio dell’azione a carico dell’ente e condotte riparatorie

il peculiare meccanismo di archiviazione della notizia di illecito amministrativo da reato, che non prevede un controllo giudiziale, unitamente alla tendenza, segnalata in letteratura e confermata da alcuni bilanci di responsabilità sociale pubblicati dalle Procure della Repubblica, a non annotare la notizia di illecito amministrativo sollecitano a indagare, da un punto di vista empirico e teorico, la sussistenza di forme di negozialità informale e a valutare la necessità di ampliare e valorizzazione le condotte riparatorie in chiave premiale;

individuazione di standard di prevenzione del rischio e regole di compliance

la ricerca, prendendo atto della complessità normativa in cui opera l’impresa, si sofferma sulla necessità di rinvenire dei criteri di prevenzione dotati di affidabilità e prevedibilità, ossia di regole cautelari da applicare all’ente, e di adeguare i modelli di organizzazione e gestione agli standard internazionali (es. ISO), anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Emerge la centralità preventiva che a vent’anni dall’introduzione del d.lgs. n. 231/2001 hanno acquisito i profili di compliance integrate (Privacy, Antitrust, ERM…) e la due diligence;

whistleblowing e indagini interne

la ricerca analizza le modalità di segnalazione e gestione delle violazioni delle policy e delle procedure interne all’ente, oggetto della normativa italiana sul whistleblowing, in connessione con l’accertamento della responsabilità ex d.lgs. n. 231/2001 e con la funzione che le indagini interne (ossia la scelta dell’impresa di operare proattivamente nell’accertamento del fatto) giocano nella dinamica del processo all’ente;

imprese multinazionali e responsabilità da reato degli enti

la natura multinazionale di alcune imprese che operano nel contesto italiano e l’affermarsi di una compliance sempre più integrata (e spesso non armonizzata) conducono ad analizzare la compliance di gruppo anche al fine di evitare il rischio di incorrere in un bis in idem come effetto dell’applicazione extraterritoriale del d.lgs. n. 231/2001;

tipologie di sanzioni applicabili all’ente

la ricerca si focalizza sulle sanzioni previste dal d.lgs. n. 231/2001 e, in una prospettiva de iure condendo, anche sulla possibilità di ampliare il ventaglio degli strumenti volti ad incentivare le condotte riparatorie/risarcitorie e le prospettive special-preventive, come il commissariamento dell’ente quale sanzione principale. A questo si aggiunge un focus sulle misure cautelari applicabili all’ente e sulle tipologie di sequestro previste dal codice di procedura penale e non espressamente contemplate dal d.lgs. n. 231/2001 nonché una specifica riflessione sulla possibilità di costituzione di parte civile nel processo a carico dell’ente.

Accanto ai temi di natura giuridico-penale, la ricerca volge lo sguardo alla sociologia dell’organizzazione per vagliare l’impatto del d.lgs. n. 231/2001 sulle strategie e sulla governance delle imprese di medio-grandi dimensioni.