Letture: Catino, Trovare il colpevole

di Pierpaolo Astorina, Ricercatore di Diritto penale;  Avvocato

 

 

 

 

Trovare il colpevole. La costruzione del capro espiatorio nelle organizzazioni complesse di Maurizio Catino è un volume che dovrebbe essere tenuto presente in ogni indagine giudiziaria che coinvolga la responsabilità all’interno delle organizzazioni complesse.

 

Nel libro, dopo un chiarimento concettuale sul tema del capro espiatorio e sulle sue declinazioni, antiche e moderne, viene analizzato il ruolo che esso ha nei meccanismi di attribuzione della responsabilità all’intero di strutture complesse, ove diviene uno strumento di “razionalità organizzativa”.

 

In questo senso, Catino parla di capro espiatorio organizzativo come di un soggetto cui vengono attribuite colpe anche di altri: un soggetto, dunque, che ha partecipato ai fatti, che vi ha avuto un ruolo anche importante, ma su cui vengono scaricate interamente le responsabilità in modo da attenuare (o addirittura eliminare) la responsabilità dell’organizzazione e lasciarla, per così dire, tale e quale l’evento lesivo l’ha trovata.

 

Attraverso l’attribuzione del ruolo di capro espiatorio, l’organizzazione e, assai spesso, il processo penale, evitano di confrontarsi con la “storia lunga” che è all’origine dell’evento per concentrarsi esclusivamente sulla – assai più rapida e “indolore” per le sorti dell’organizzazione – “storia breve”: quella, cioè, del singolo evento, dell’errore individuale che magari è solo un pezzo, e a volte nemmeno il più significativo, della catena causale che produce l’incidente.

 

In effetti, spiega Catino, “l’idea dell’errore dell’operatore come causa dell’incidente ha indubbi vantaggi per l’organizzazione”, che può limitarsi a sostituire il soggetto senza cambiare nulla del suo funzionamento, ma “non rimuove le condizioni le condizioni di rischio del sistema e non evita che l’evento possa ripetersi” (p. 153).

 

Quest’approccio è tipico del diritto penale, come illustra Catino attraverso esempi documentati e illuminanti – quello della Costa Concordia su tutti, ma poi anche tangentopoli, l’alluvione di Genova e altri: è la logica della colpa che induce a fissare l’attenzione su un pezzo soltanto della storia, la condotta dell’imputato, sovrastimando i fattori disposizionali (personali) e sottostimando i fattori situazionali (esterni).

 

Come rimediare a questo errore prospettico, a questo vero e proprio bias cognitivo, che produce colpevoli ma non contribuisce a una migliore tutela dei beni giuridici in gioco? La logica della colpa dipende da molti fattori: dalla struttura stessa del diritto penale, dalla sua dimensione necessariamente imputativa, dal permanere di una dimensione prevalentemente sanzionatoria piuttosto che riparatoria. Per certi versi, sono fattori solo in parte bilanciabili con prospettive diverse, ma soprattutto si sconta – come emerge anche dalle vicende analizzate in Trovare il colpevole – una struttura dell’accertamento processuale ancora troppo impermeabile ai saperi esterni, quale appunto quello proveniente dalla sociologia delle organizzazioni, un cui più massiccio ingresso contribuirebbe non poco ad ampliare la visuale, ad approfondire l’indagine verso, come scrive Catino, la “storia lunga”, di cui l’organizzazione, se ben analizzata, può offrire un resoconto più affidabile e completo.

 

In chiave prospettica, occorrerebbe dunque, secondo l’Autore, fuori dalle aule di giustizia, un approccio al sistema in cui il focus sia “l’apprendimento, con l’obiettivo di rendere l’organizzazione più sicura”, spostando l’enfasi “dalle cause individuali alla comprensione degli incidenti in termini di ‘ragioni’, indagando sui motivi per cui eventi ed errori si sono verificati” (p. 203).

 

Proprio ciò che, si potrebbe chiosare, dovrebbe caratterizzare i sistemi di compliance a tutti i livelli: sgombrando il campo dalla logica della colpa, indagare le condizioni di sistema che rendono possibile un evento indesiderato per correggerne gli eventuali deficit.

 

Certo, occorrerebbe anche un sistema penale che incentivi – o quantomeno non ostacoli – questo tipo di approccio: ma questo è tutto un altro discorso, di cui, tuttavia, il libro di Catino contribuisce a rendere sempre più evidente l’urgenza.

 

M. Catino, Trovare il colpevole. La costruzione del capro espiatorio nelle organizzazioni complesse. Il Mulino, Bologna, 2022